Fiorenza D’Antonio
“ Penso a un palloncino pieno di atomi vibranti: una scarica elettrica che poi, con il respiro, domo a mio favore. È come avere i superpoteri, il palco secondo me ti dà i superpoteri.”
Quando è iniziato tutto?
Alle elementari. La maestra ci faceva mettere in scena le commedie di Cechov, come Le tre sorelle. Ma probabilmente non capivamo neanche la metà di quello che ci proponeva, però in realtà da lì è partita una vera e propria semina. Io e la mia classe siamo stati molto fortunati. Una donna che ci ha fatto appassionare al teatro in generale, ma anche alla letteratura e alla poesia. In famiglia ho sempre obbligato tutti i miei cugini a recitare, davo le parti, facevo la regista, la protagonista…
Ricordi la prima volta su un palcoscenico e la precisa sensazione di quel momento?
Penso a un palloncino pieno di atomi vibranti: una scarica elettrica che poi, con il respiro, domo a mio favore. È come avere i superpoteri, il palco secondo me ti dà i superpoteri. Adesso non faccio teatro da tanto tempo, però penso sia stato uno step fondamentale per la mia formazione.
A proposito della tua formazione, hai mai pensato di fare altro? Oltre a questo sogno, hai mai avuto un piano B?
Mi sono laureata in Design della Moda, e poi ho conseguito la magistrale tra Napoli e Valencia, poi a Milano. A un certo punto non ho più voluto lavorarci: lavoravo come Art Director, ma mi aveva proprio stancato tutto perché era volto al consumismo. Anche se possiamo dire che valga lo stesso anche per il cinema e la televisione, dato che sono prodotti che vanno venduti, ma lo spirito con cui io mi sono avvicinata a questo mondo è sempre in qualità di arte, quindi come espressione dell'uomo. Insomma, una dimensione in cui ognuno trova un modo di dire qualcosa a modo proprio. Mi sono laureata in Design della Moda, e poi ho conseguito la magistrale tra Napoli e Valencia, poi a Milano. A un certo punto non ho più voluto lavorarci: lavoravo come Art Director, ma mi aveva proprio stancato tutto perché era volto al consumismo. Anche se possiamo dire che valga lo stesso anche per il cinema e la televisione, dato che sono prodotti che vanno venduti, ma lo spirito con cui io mi sono avvicinata a questo mondo è sempre in qualità di arte, quindi come espressione dell'uomo. Insomma, una dimensione in cui ognuno trova un modo di dire qualcosa a modo proprio.
Pensando al lavoro di attrice, se dovessi dirmi un aspetto positivo e un aspetto negativo?
Allora, ti dico prima il negativo: non puoi mai rilassarti, non puoi mai pensare di essere arrivata, tra virgolette. Non te lo puoi godere fino in fondo, perché sai che non è detto che continuerà con serenità. L’aspetto positivo, invece, è che è il lavoro più bello al mondo: lo studio dell’essere umano nella società, la scoperta dell'altro ma anche di te stesso, della tua complessità, dell’infinità di corde e di colori.
Fiorenza’s look
Total look Le Lunatiche / Bikini Soulè
Come ti sei approcciata a progetti seriali di successo, in cui hai preso parte come Il Commissario Ricciardi, Gloria e I Fantastici Cinque?
Solitamente quello che mi dico è: un film, una serie, hanno un preciso stile, un carattere, le loro luci, le loro ombre, i loro tempi, e tu non devi vedere solo quello che fai tu, ma anche il lavoro degli altri. Quindi inizi a ragionare dalla sceneggiatura fino allo stile del regista. Ovviamente il tipo di recitazione cambia in base a quello che stai facendo. Per esempio, in Gloria il tipo di recitazione, ma anche la voce, la tonalità, li ho cambiati tutti per dare uno spessore maggiore a quel personaggio. Ne Il Commissario Ricciardi, si partiva dalla base dei libri di Maurizio De Giovanni, che ovviamente ti offre già tanto di un personaggio. Per tutti e tre i lavori, posso dire che ho individuato l’aspetto che più mi interessava di quel preciso progetto e l’ho portato avanti.
Fiorenza’s look
Gilet Vintage / Bikini Soulè / Stivali denim Asos / Accessories Le Lunatiche
C’è un modello, non necessariamente solo in ambito cinematografico, ma una figura iconica a livello culturale alla quale ti piace ispirarti?
A livello culturale ti direi sicuramente Giorgio Gaber, come mia grande ispirazione per la scrittura, il canto, gli spettacoli, la filosofia. Ma una vera icona della mia vita è stata mio nonno: un uomo che aveva solo la terza elementare ma era un grande lettore e non ha mai smesso di studiare. Mia nonna gli fece prendere il diploma da privatista, e lui mi leggeva qualsiasi cosa. Era anche un grande cantastorie, vestiva in modo stravagante e mi diceva di essere un mago. Era anche lui un pezzo di arte, a suo modo.
Quali progetti personali hai nel cassetto?
In questo momento ho scritto il soggetto per una serie con un mio amico, perché mi piacerebbe un giorno passare dall’altra parte e dedicarmi alla scrittura. Poi ho iniziato a scrivere anche piccoli sketch con altri miei colleghi, più sulla commedia. Io sono proprio improntata sulla commedia: nella scrittura, nel modo di stare al mondo, proprio come un’italiana.
Fiorenza’s look
Total Look Le Lunatiche
Written by M.Cristina De Rosa
Lensed by Mia Di Domenico
Styling Emanuela Ingenito
MUA Giada Della Corte
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